DocuDonna è un festival internazionale di cinema dedicato ai documentari diretti da donne, un nuovo appuntamento nel panorama dei festival italiani e internazionali. Un patrimonio di immagini, sensibilità e punti di vista, dispersi in un'industria culturale a prevalenza maschile, compattato in un evento, che libera una produzione cinematografica d'avanguardia, la promuove e la valorizza. Un festival internazionale che permette ai tanti appassionati di cinema, arte e cultura di scoprire gli stili imprevedibili del nuovo "cinema del reale".

Un evento per creare nuove prospettive di produzioni, collaborazioni, idee ed esperienze

Massa Marittima, un'antica città immersa tra le colline toscane.

Tre giorni di eventi, documentari, esperienze e creatività al femminile

Documentari vincitori Edizione 2023:

FUCK FEMINISTS
Erika Segni Alice Rotiroti

Miglior documentario italiano

BE MY VOICE
Nahid Persson

Miglior documentario internazionale

INDEPENDENT MISS CRAIGIE
Lizzie Thynne

Miglior documentario internazionale

ERASMUS IN GAZA
Chiara Avesani & Matteo Delbò

Menzione speciale

48 Stitches

Proiezione del progetto fotografico di Tabea Kerschbaumer - introdotto da Taisir Masrieh Hasbun

Progetto Fotografico

Il progetto fotografico documentaristico collaborativo affronta l’identità e la cultura delle donne palestinesi di prima e seconda generazione che vivono nella diaspora. Le fotografie sono accompagnate da testi scritti dalle donne ritratte, in cui raccontano la loro storia, le loro esperienze e il loro impegno. Il progetto è una celebrazione della cultura delle donne palestinesi e attira l'attenzione sul conflitto in Medio Oriente attraverso le storie delle donne. Queste fotografie faranno parte della mostra curata da Taisir Masrieh Hasbun - Il Thoub Palestinese: Identità in Ricamo- che siterrà a Roma dal 6 al 30 novembre presso il museo di Villa Alfieri: Nel 2021 il ricamo palestinese (tatreez) è stato aggiunto alla lista UNESCO dei Patrimoni Mondiali dell'Umanità. Il motivo di questa scelta non è solo la bellezza di questa pratica e dei vestiti ceremoniali delle donne (Thoub) magistralmente ricamati e cuciti, ma è soprattutto il fatto che l'arte del ricamo palestinese custodisca racconti personali e storici, diventando una forma di resilienza, di resistenza culturale e di conferma della propria identità.

These photographs will be part of the exhibition curated by Taisir Masrieh Hasbun – Palestinian Thoub: Identity in Embroidery – which will be held in Rome from 6 to 30 November at the Villa Alfieri museum:

In 2021, Palestinian embroidery (tatreez) was added to the UNESCO list of World Heritage Sites. The reason for this choice is not only the beauty of this practice and the women’s ceremonial clothes (Thoub) masterfully embroidered and sewn, but above all the fact that the art of Palestinian embroidery holds personal and historical stories, becoming a form of resilience, cultural resistance and confirmation of one’s identity.

L'autrice

Tabea è nata nel 1995 a Vienna, in Austria. Nel 2018 si reca in Palestina dove realizza il suo primo reportage fotografico sui territori occupati. Dopo questo viaggio, ha deciso di occuparsi più intensamente di fotografia: dal 2019 studia giornalismo visivo e fotografia documentaria presso l'Università di Scienze e Arti Applicate di Hannover, in Germania. Il suo lavoro si concentra su approcci collaborativi: oltre al lavoro personale, si occupa molto del tema “essere donna” nelle sue varie sfaccettature.

Focus On Iran

Domenica, 29 ottobre

DOCUDONNA - La stampa

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