Dal 27 al 29 ottobre, Massa Marittima – nella splendida cornice della Sala dell’Abbondanza – ospiterà la quinta edizione di DocuDonna, il festival internazionale che ogni anno fa della cittadina maremmana la capitale del documentario a regia femminile. Otto i film in concorso quest’anno, provenienti da Spagna, Italia, Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, Svezia e Iran. La direzione artistica è affidata a Cristina Berlini, affiancata da Sandra Innamorato, responsabile della comunicazione, e da Elisabetta Galgani, che quest’anno modererà gli interventi degli ospiti e i Q&A con gli artisti presenti in sala. La giuria di questa edizione sarà composta da Aline Hervè, editor, e Nadia Pizzuti, regista e giornalista. Anche quest’anno DocuDonna si propone di dare spazio alle tante registe di talento: da Chiara Avesani di Erasmus in Gaza a Nahid Persson di Be my Voice, da Tatiana Scheltema di ESTHER & THE LAW, the case against Shell a Erika Segni Alice Rotiroti di Fuck Feminists, voci femministe nel mondo della street art.
L’edizione 2023 raccoglie sguardi autoriali eterogenei ma porta avanti anche una grande vocazione al femminile come oggetto di discussione. I film in concorso (in lingua originale con sottotitoli in italiano e inglese) riflettono lo spirito militante del Festival, uno spazio di libera espressione ma anche un laboratorio per raccontare esperienze inedite e discutere di cosa significhi essere donne libere oggi.
disegno: Concetta Gentile
Documentari vincitori Edizione 2023:
LA GIURIA
Aline Hervé
Aline Hervé nasce a Parigi nel 1972 dove ha vissuto fino al 1994, anno in cui l’Italia l'ha ospita per un dottorato che conclude l’appassionante ciclo di studi in matematica.
A Firenze però incontra il suo destino sulle sedie di legno di un cinema grazie al film L’uomo con la macchina da presa di Vertov. Da quel momento si determina la sua nuova strada. E il suo destino si compie nell’incontro fortunato con registi italiani che cercano di guardare al reale per elaborare una storia, un pensiero, e si permettono libertà e rischi nel linguaggio. In questo percorso incontra Pietro Marcello per il quale monta Il passaggio della linea: un linguaggio poetico nuovo che tocca un pubblico molto ampio. Nella convinzione di insistere nel mondo del documentario condivide il percorso di Giovanni Cioni, e i relativi riconoscimenti in diversi festival, ma anche quello di Federica di Giacomo che vince Orizzonti a Venezia con Liberami.
Il passaggio al cinema di finzione avviene attraverso l’incontro con un allora giovanissima regista di documentari, Irene Dionisio, che le propone di affrontare insieme il primo film, Le ultime cose, presentato alla Settimana della critica a Venezia. Ritrova Pietro Marcello in occasione di Martin Eden, film che le permette di lavorare sulla sintesi tra documentario e finzione, sull’idea di spalancare le storie con accessi poetici reali e coronare finalmente il matrimonio felice tra i due linguaggi.
Nadia Pizzuti
Nata a Roma da madre francese e padre italiano, Nadia Pizzuti è giornalista, scrittrice e regista indipendente.
She worked at the Italian news agency ANSA and wrote two books about your experience as a correspondent in Tehran, one of which (The Garden of Shahrzad) was published in France and also in Spain.
Ha organizzato una stagione di film di donne pioniere, "Cinepioniere, da Alice Guy a Dorothy Arzner" alla Casa Internazionale delle Donne di Roma e alla Casa delle Donne di Barcellona. Nel 2012 ha girato Amica nostra Angela, un ritratto della filosofa femminista napoletana Angela Putino. Il documentario è stato proiettato in diverse città, in Italia e all'estero, ed è stato selezionato al festival "Some prefer cake" di Bologna.
Il suo secondo documentario, Lina Mangiacapre. Artista del femminismo (2015), è un ritratto di un'altra straordinaria figura del femminismo napoletano e italiano. Il suo terzo documentario, Alba Meloni. Stella nelle mie stanze, parla di un membro del movimento di resistenza italiano.