Miglior Cortometraggio Documentario

TITOLO 7 Minuti
NAZIONE Italia
ANNO 2024
REGISTA Alessia Bottone
DURATA 15′
FORMATO Digital
MUSICA Francesco Costanza
SOUND DESIGNER Raffaele Inno
MONTAGGIO Fabrizio Franzini
SCENEGGIATURA Alessia Bottone
PRODUZIONE Image Hunters

Alfredo parla da solo, o meglio parla a una sigaretta. La solitudine, la vera solitudine, è una brutta cosa, soprattutto a settant'anni.
Alfredo è un uomo che ha amato un altro uomo, Mario. Lo ha amato così tanto che ha trovato il coraggio di fare coming out e perdere il lavoro e la famiglia. Mario, invece, ha continuato la sua vita matrimoniale, poi è diventato padre e infine nonno, perché è gay, ma solo part-time.
Alfredo non riesce a lasciarlo andare ma non riesce neanche a vivere quella relazione a metà e quindi la separazione diventa inevitabile.

Inizialmente Mario si convince di poter sfuggire alla malinconia ma poi, per sbaglio, indossa una maglietta della sua compagna e rivede tutta la loro vita insieme.
Sì, perché basta un profumo per riportarti dove sei stato amato. Mario non vuole più separarsi da quell'odore che si trasforma in ossessione, convinto che una volta scomparso, spariranno anche le ultime tracce del loro amore.
Sette minuti è il tempo che ci vuole per fumare una sigaretta sul balcone, Sette minuti per pensare alla tua vita e scoprire che ci vuole coraggio per esistere, anche quello che altri non hanno avuto

Motivazioni della giuria

La giuria è lieta di assegnare il primo premio per il miglior cortometraggio a Sette Minuti per la sua originale esplorazione dell'essere gay a metà del XX secolo, che cattura le emozioni contrastanti dell narratrice che si avvale del riutilizzo creativo di filmati d'archivio.
Sette Minuti offre un ritratto commovente delle lotte personali durante il clima oppressivo dell'Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, facendo luce su una prospettiva emarginata.
Il film presenta un bellissimo collage di immagini, creando una narrazione convincente ed emotivamente toccante. Il riutilizzo ben curato di filmati d'archivio evoca sottilmente l'epoca e suggerisce le correnti di repressione.
La graduale rivelazione dell'amore perduto del protagonista crea un senso di enigma. La sceneggiatura poetica e suggestiva mantiene lo slancio e la profondità emotiva del film.

REGISTA

Alessia Bottone

Regista, sceneggiatore, giornalista, laureato in Istituzioni e Politiche per i Diritti Umani e la Pace.
Nel 2017 ha completato un Master intitolato Sceneggiatura ‘Carlo Mazzacurati’ presso l’Università di Padova in Italia. Ha scritto e diretto il cortometraggio Violenza invisibile, che esplora la violenza psicologica contro le donne, e due documentari: Ritratti in controluce (Backlit Portraits) e Ieri come oggi (Today Like Yesterday) e La Napoli di mio padre (My father’s Naples), realizzati con materiale d’archivio, con protagonista Valentina Bellè – Menzione Speciale Nastri d’Argento 2021, vincitore di 27 premi (tra cui Miglior Sceneggiatura, Miglior Regia, Miglior Montaggio), selezionato in più di 90 festival internazionali e italiani e tradotto in 8 lingue.

Dal 2021 lavora sul set e nella produzione di film internazionali tra cui Without Blood di Angelina Jolie, Conclave di Edward Berger, A Sudden Case of Christmas di Peter Chelsom con Danny De Vito, The Pope Exorcist di Julius Avery e come assistente del regista israeliano Avi Nesher di The Monkey House.

Nel 2013 pubblica Amore ai tempi dello stage, Galassia Arte, 2013, e due anni dopo Papà mi presti i soldi che devo lavorare? (Papà, posso avere dei soldi per lavorare?), Feltrinelli, 2015.
Nel 2017 ha vinto numerosi premi per le sue inchieste giornalistiche: il “Premio Giornalistico Claudia Basso” per la sua inchiesta sulla contaminazione da PFAS in Veneto, Italia; il “Premio Alessandra Bisceglia” per la comunicazione sociale; e il “Premio Massimiliano Goattin” per un’inchiesta sulle barriere architettoniche.
Nel 2018 è tra i finalisti del “Premio Cesare Zavattini” per un progetto di riuso creativo del cinema d’archivio e del “Premio Luzzati” per cortometraggi. My Father’s Naples è il suo primo cortometraggio con immagini d’archivio.

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