Miglior documentario italiano
TITOLO | Tempo d’Attesa |
NAZIONE | Italia |
ANNO | 2023 |
REGISTA | Claudia Brignone |
DURATA | 74′ |
FORMATO | 2K |
SUONO | Marco Saitta |
MUSICA | Valerio C. Faggioni, Roberta D’Angelo |
MONTAGGIO | Lea Dicursi |
SCENEGGIATURA | Claudia Brignone |
PRODUZIONE | Altara Films, Amarena Films, Rai Cinema |
È estate e la calda luce del sole inonda Teresa mentre cammina verso l'ombra di un grande albero di magnolia. Teresa, ostetrica, ha settant'anni, i capelli bianchi intrecciati e un sorriso accogliente. Sedute in cerchio sotto l'albero ci sono circa dieci donne incinte, tutte con storie e background diversi e in diverse fasi della gravidanza. Mentre si presentano e condividono frammenti delle loro vite, riflettono con Teresa sulla fase di transizione che stanno attraversando. Vediamo le stesse donne nella loro intimità, mentre ricevono la visita di Teresa; alcune di loro accolgono la telecamera durante il travaglio e la nascita dei loro figli. Dai loro racconti si intreccia un arazzo di emozioni, dubbi e paure. Dalle loro parole nascono molte immagini, un intreccio di vite in cui la gravidanza diventa un'opportunità di esplorazione personale e trasformazione.
Tempo d'Attesa è una riflessione sulla nascita, su cosa significhi essere genitori oggi e sul percorso che trasforma una donna in madre e sugli aspetti psicologici e culturali di questo viaggio. Il film viaggia nelle vite di queste donne che si uniscono in cerchio e rimangono connesse, perché creare una comunità diventa un'esigenza autentica.
Motivazioni della giuria
Tempo d’Attesa si è aggiudicato il Primo Premio per il Miglior Film Italiano per la sua perspicace e onesta esplorazione delle ambivalenze e delle ansie vissute da donne di diversa provenienza in attesa del parto. Questo ritratto intimo porta la necessaria attenzione a un argomento raramente rappresentato, rendendo il film particolarmente attuale alla luce di questioni urgenti come l'alto tasso di cesarei e la violenza ostetrica in Italia, sottolineando la necessità di migliorare l'assistenza sanitaria materna.
Il film fa un forte uso di una modalità di osservazione, catturando con sensibilità e discrezione le emozioni delle donne sia durante i corsi pre-parto sia in contesti più intimi come le visite e le situazioni di parto. Questo approccio permette agli spettatori di entrare in contatto con i soggetti e di vivere in prima persona il loro percorso.
La struttura accurata della regista Claudia Brignone, incentrata su un coinvolgente corso pre-parto, segue il percorso delle donne verso il parto. Particolarmente toccante è la rappresentazione della loro incertezza sul parto e su come affronteranno il processo, insieme ai ruoli dei loro partner. Tempo d’Attesa si distingue per la sua onesta rappresentazione di un'esperienza universale ma spesso trascurata.
REGISTA
Claudia Brignone
Nata a Napoli nel 1985, si laurea in Comunicazione. Inizia gli studi di cinema documentario nel 2009 presso Act Multimedia a Roma, dove produce il cortometraggio “Marcello”. Continua ad approfondire le sue competenze attraverso vari workshop e residenze, imparando da artisti affermati come Pietro Marcello, Sara Fgaier, Marco Pasquini e Tarek Ben Abdallah. Nel 2014 dirige il suo primo film documentario, “La Malattia del Desiderio” (57’), che vince il Premio del Pubblico al SalinaDocFest. Nello stesso anno partecipa al progetto Filmap, Atelier del Cinema del Reale di Ponticelli, coordinato da L.Di Costanzo, dove realizza il cortometraggio “L’Altalena”. Contribuisce inoltre alle riprese e al montaggio del film “Aperti al Pubblico” di S. Bellotti, che vince il Premio del Pubblico al Festival dei Popoli. Nel 2019 ha presentato il suo secondo lungometraggio, “La Villa”, nella sezione “Alice nella Città” del Festival del Cinema di Roma. Questo film è stato sviluppato attraverso il workshop In Progress organizzato da Milano Film Network e coprodotto da Videomante, società friulana, e Rai Cinema. “Tempo d’Attesa” è il suo terzo documentario.